Ancora otto gradini da salire, anch’essi progressivamente aumentano di spessore.
Una domanda
- Perché dovresti cambiare il tuo modo di vivere, forse non ti va bene la vita che stai vivendo?
Due risposte
- Io sono io, mi arrangio, combatto, mi esalto, sopravvivo, fuggo se voglio, ho la mia famiglia, i miei amici, i miei valori e i miei problemi. Se devo cambiare voglio soldi successo potere sesso.
- Io sono io, mi arrangio, combatto, mi esalto, sopravvivo, fuggo se voglio, ho la mia famiglia, i miei amici e i miei valori e i miei problemi, ma adesso vorrei solo un po’ di tranquillità.
Tre possibilità
Che uomo vuoi essere?
- Giardino che produce fiori e frutti? Chi potrà goderne?
- Palude in cui affondare? Chi trascinerai dento?
- Orticello nel quale rifugiarsi in modo artificiale, ipocrita, tiepido? Dio li fa e poi li accoppia. So già chi sarà con te nell’orticello.
Quattro motivazioni
- Non è vero che non devi cambiare, non è vero che sei immune ai problemi, non è vero che si può dire : “Io ho il mio carattere, se mi vuoi sono così e basta!”. Vedrai che la vita ti obbligherà a cambiare quando arriverà una botta, una sconfitta, un fallimento, un lutto, una malattia, un incontro folgorante, una illuminazione, in attimo la tua vita può crollare.
- Non illuderti di poter trovare soluzioni definitive, sia la felicità che la sofferenza sono impermanenti. Nel giardino attenzione alla zizzania, a chi vanta presunta superiorità morale e ostenta verità da importi, attento a non diventare anche tu così.
- Solo dal fango della palude nasce il bellissimo fiore di loto. Nessuno nasce malvagio per natura sono i suoi comportamenti a creare la palude, non dobbiamo mai giudicare a priori, ma nemmeno darci alibi e giustificazioni perché ciascuno deve essere responsabile di quello che fa e deve risponderne.
- Chi è senza speranza è chi si rifugia nell’orticello. Costoro vivono nel loro piccolo mondo artificiale fatto di apparenze, di squallido egoismo, forti con i deboli e deboli con i forti, indifferenti, tiepidi. Il mondo non sarà distrutto da chi fa il male, ma da chi si gira dall’altra parte.
Cinque considerazioni sull’amore che non ti aspetti
Finora non ho parlato di amore.
- Tutti pensano: l’amore può tutto ed è la cosa più importante.
- Vero solo in parte infatti quello che più ami è quello che ti distruggerà. Pensa all’ossessione, alla gelosia, all’abbandono, alla sofferenza e alla morte di chi ami.
- C’è un amore pulsionale, uno erotico, c’è un amore confuso con il possesso e il controllo, poi le età passano, i corpi sfioriscono, ci sono coppie che si promettono amore eterno e si lasciano poco dopo.
- C’è un amore in famiglia, per gli amici per le passioni, per il sapere, per l’arte, un amore che esprime talenti e creatività, ma anche questo amore ti può condannare.
- Il solo amore che può tutto è Agape, l’amore incondizionato che và oltre l’ego, è puro dono. Ho visto ben poche persone che amano in questo modo. Il suo frutto più raro e prezioso è l’equanimità: la pioggia non guarda dove cade.
Sei affermazioni su felicità e sofferenza
- “Maestro sono giovane e invecchierò, sano e mi ammalerò, vivo e morirò lo stesso accadrà a tutte le situazioni e persone a me care: cosa mi resta?” “Ti resta solo l’effetto delle tue azioni”. Siamo le nostre azioni e i nostri pensieri che danno vita anche alle relazioni con gli altri, ma tutto produce karma.
- Non essere ossessionato dalla felicità come unico obiettivo da stabilizzare. La felicità è come una fonte di acqua da incontrare, cercare o scavare e a cui bere, non puoi trattenere l’acqua, se la stringi fra le mani ti sfugge, puoi solo goderne e sai che prima o poi finirà il tuo turno, ma attenzione ci sono anche fonti ingannevoli e avvelenate.
- La prima solidarietà deve essere con te stesso: “Aiuti gli altri perché non sai prenderti cura di te stesso?” É importante riconoscere e ammettere la propria sofferenza, l’insoddisfazione, le dipendenze emotive, fisiche e le aspettative deluse. Prendersi cura di se stessi non è egoismo, ma necessità. Solo se ti prenderai cura delle tue parti fragili, arroganti, distruttive sarai in grado di non generare sofferenza a te e agli altri. Se sei in pace con te stesso sei in pace con il mondo, ma che uomo è quello che non rende il mondo un posto migliore?
- Non puoi vivere senza gli altri che possono essere fine, mezzo, ostacolo, ma il primo ‘altro’ sei ‘tu’ a te stesso, perché sei un orizzonte di parti spesso in conflitto fra loro a cui devi insegnare la collaborazione e dare equilibrio.
- Spesso la sofferenza non è “qualcosa” che ti danneggia dall’esterno, ma è “qualcosa” che agisce dall’interno: rimuginazione, logoramento, rabbia, insoddisfazione, paura, pregiudizio, tristezza, gioia delirante, orgoglio ottuso, agitazione continua, aspettativa ossessiva, torpore, inattività, senso di colpa immotivato e soprattutto avversione, ignoranza, attaccamento.
- Le persone le comprendi e le pesi non da quello che dicono, ma da quello che fanno soprattutto nelle difficoltà tue e loro, dal loro rapporto con soldi, successo, sesso, potere, però attenzione perché spesso chi disprezza soldi, successo, potere di solito è perché li ha ereditati o perché non li ha.
Sette considerazioni sulla virtù
- Vengono esaltate le emozioni, tutto per avere valore deve emozionare, poi dopo poco scompare o cambia e ci sentiamo vuoti, instabili. L’emozione è il sale, dà sapore, è prezioso, ma in eccesso fa male. Quello che conta veramente è la virtù ovvero il tuo comportamento orientato a quello che è bene, giusto, equilibrato, salutare, utile, necessario e non solo a quello che piace o scuote. Non significa appiattirsi o diventare asceti, ma è radicarsi in azioni che hanno valore per te, per gli altri, per la natura.
- Non bastano l’empatia emotiva o l’etica del sentimento, il rispetto è il primo passo, deve diventare compassione ovvero la capacità di rendersi conto della sofferenza che diventa ascolto, consapevolezza e cura.
- C’è un orizzonte di virtù dove incontriamo giustizia, generosità, gentilezza, gioia compartecipe, onestà, umiltà non ipocrita.
- L’orizzonte continua con benevolenza, pazienza, risolutezza, sforzo, coraggio, fiducia, gratitudine, ascolto e silenzio.
- Gli uomini non sono tutti uguali. C’è chi nasce malato e chi sano, chi ricco e chi povero, ci sono i migliori, i peggiori, i tiepidi non per natura, ma considerando l’effetto delle loro azioni. I migliori sono coloro che sanno sacrificare se stessi ed è grazie a loro se le cose vanno avanti, se non ci siamo ancora estinti. Non sono solo eroi, santi o grandi personaggi, ma anche oneste persone che ogni giorno fanno il loro dovere e sanno amare.
- Elimina alcune persone dalla tua vita: i manipolatori, i falsi maestri, chi ti è vicino per interesse o è violento anche una volta sola, le sanguisughe, gli ignoranti attivi, non ingannarti con l’amore e con il senso del dovere: taglia!
- Non sentirti in dovere di salvare il mondo. Si può iniziare a fare il colibrì che porta una goccia alla volta. Comincia le tue azioni solidali con poco, ma in modo costante nelle piccole cose di ogni giorno a iniziare da te stesso o dalla capacità di stare zitto ed ascoltare. Ricorda che chi condivide non vive a metà, ma vive due volte. Per essere virtuosi bisogna scendere dal divano, rinunciare all’orticello: “Che uomo, che donna vuoi essere?”
Otto riflessioni che possono diventare azione virtuosa
- La vera amicizia non è quella delle cene.
- Il male non è solo provocato da criminali o dittatori, ma nasce in te quando hai bisogno di sfogare la rabbia o quando pensi che fare violenza, imbrogliare siano una scorciatoia efficace. Non avere paura di quello che è possibile si manifesti nei pensieri, ma prenditi cura delle parti fragili e arroganti prima che facciano danni.
- Senza sforzo, entusiasmo e fiducia non si cammina.
- La libertà ha due sorelle: la giustizia e la responsabilità, inizia a essere quello che vuoi vedere negli altri. Il valore dell’esempio diventa merito karmico. Se vuoi giustizia inizia a essere giusto, se vuoi libertà inizia a essere tollerante, se vuoi qualcosa dagli altri chiediti cosa hai dato alla comunità.
- Tutti patrioti quando vince la nazionale, tutti eroi quando ci sono i proclami a parole, poi se ci sono le tasse da pagare o se bisogna avere rispetto e prendersi cura di un bene pubblico ci sono ancora patrioti o meglio uomini sinceri che hanno a cuore il benessere comune?
- Valori e priorità cambiano a seconda se le cose ti vanno bene o male a seconda del pericolo percepito spesso non reale. Che faresti se ti dessero dieci milioni per uccidere una persona malata premendo un pulsante con la sicurezza di non essere mai chiamato a risponderne? E se quella persona la conoscessi? E se fosse da uccidere a mani nude chi ha fatto tanto male alla persona a te più cara? E se ci fossero da sistemare i figli con una raccomandazione ? Fai le cose per dovere, ruolo, responsabilità o per paura di una sanzione?
- Realizzarsi non è affermarsi. Realizzarsi coinvolge l’orizzonte di te stesso come individuo e come uomo, affermarsi è un’espressione dell’ego. Non dare nulla per scontato: prova a passare una giornata a occhi chiusi oppure senza l’utilizzo di una mano o senza denaro a disposizione.
- Porgi l’altra guancia lo puoi decidere per te stesso, ma non per i tuoi figli o per chi ti è vicino, saranno loro a deciderlo. Non abbassare mai la bandiera della dignità, ma tieni sotto controllo quella dell’orgoglio, anche dell’orgoglio spirituale che ti fa pensare di essere migliore di altri. Restano molte situazioni troppo incerte soprattutto per chi vive tanta sofferenza per questo dobbiamo proseguire con le prossime finestre che ci permettono di allargare l’orizzonte. Puoi?